King Dude, punta di diamante del neofolk americano. Pioniere di un suono unico, giocato tutto sulla contaminazione tra musica folk-country e le atmosfere dark. Ballate estremamente cupe, a tratti strazianti, capaci di rileggere la classicità del country americano in chiave esoterica, i testi sono intrisi di sacralità, invocazioni a Dio e al Diavolo, personaggi rassegnati allo scorrere del tempo e quindi al sopraggiungere della morte. Tutto gira intorno a voce e chitarra, gli elementi essenziali del rito di King Dude. Temi morriconiani a sfondo western, ballate per cuori spezzati, King Dude gioca a fare il crooner con la sua voce greve e baritonale. Ed è proprio la voce il topos più indagato, un canto estremo e quasi parodistico nei timbri funerari o nell’esaltazione del vibrato, in ogni caso alla ricerca di nuove forme e soluzioni senza rinunciare a un pizzico di ironia.